Translate the content of the blog

sabato 17 settembre 2016

Che fine ha fatto Laura Palmer? (Forse) sta tornando a Twin Peaks…

Probabilmente è la domanda che i tantissimi fans della serie tv cult degli anni ‘90 Twin Peaks si sono posti almeno una volta ripensando a lei, Laura Palmer, la vittima più celebre del piccolo schermo.
Eppure la sua carriera di attrice non si è fermata. Certo, dopo Twin Peaks ci si aspettava, forse, che diventasse una delle star più quotate di Hollywood dato l’enorme successo riscosso dall’opera televisiva del geniale David Lynch. Ma non è stato così.
In alcune interviste, l’attrice Sheryl Lee (la “reale” Laura Palmer) ha confessato di aver avuto problemi di salute per ben quattro anni e mezzo e, di conseguenza, anche finanziari. La malattia, infatti, la rendeva stanca ed emaciata, due condizioni che poco si adattavano alle riprese sul set. Così, dopo aver girato Twin Peaks e Fuoco cammina con me (prequel di Twin Peaks) e con l’insorgere della malattia, ha visto ridursi gradualmente il suo patrimonio, tanto da dover vendere prima la sua casa per finire con i souvenir di Twin Peaks…
A partire dalla metà degli anni ’90 fino al 2014 ha collezionato diversi ruoli in film indipendenti e serie tv (alcune anche famose, come Dr. House, CSI: NY o Desperate Housewives) senza, però, che questi ruoli le ridessero quel posto nel mondo patinato immaginato dopo aver interpretato Laura Palmer.


Per ironia della sorte, è un po’ come se la sua vita e il suo destino fossero intimamente legati alla figura di Laura Palmer.
Nella finzione, lei, Laura Palmer era celebre nonostante le sue rare apparizioni durante la serie TV in Twin Peaks (senza considerare le riprese in cui Sheryl Lee interpretava il ruolo della cugina “gemella” Maddy Ferguson). Nella vita, Sheryl Lee, è rimasta celebre nonostante non abbia più ricevuto ingaggi che le permettessero successi al botteghino.

Ma non è solo per questo che i loro destini sembrano legati.
Dopo la bellezza di ben 25 anni, David Lynch e Mark Frost hanno ridato vita a Twin Peaks con una nuova stagione della serie Tv che uscirà negli Stati Uniti nella prima metà del 2017. Pochissimi i dettagli rivelati sui plot delle puntate. D’altra parte non poteva che essere così se si ha a che fare con l’enigmatico David Lynch. Si conoscono però altri dettagli: la terza stagione di Twin Peaks sarà composta da 18 episodi, negli States sarà trasmessa dalla rete statunitense Showtime, in Italia sarà distribuita da Sky.

Ma soprattutto si conosce il cast: rivedremo, tra gli altri, lo “special agent” Dale Cooper (Kyle MacLachlan), il padre di Laura Leland Palmer (Ray Wise), la madre Sarah Palmer (Grace Zabriskie), Bobby Brigss (Dana Ashbrook), Shelly Johnson (Madchen Amick) e lei…Laura Palmer (Sheryl Lee). Ci sarà anche Monica Bellucci (non è ancora dato sapere il suo ruolo).

Un cast d’eccezione…Ma è soprattutto il suo ritorno che i fans aspettano…

E forse anche lei…


E sarà sempre un caso, ma da quando ha ripreso vita Laura Palmer, anche Sheryl Lee ha ripreso vita. Uno degli ultimi film indipendenti del 2014 in cui ha recitato, The Makings of you (regia e sceneggiatura di Matt Amato), è in concorso al Harrisburg-Hershey Film Festival 2016. Sheryl Lee interpreta il ruolo di Judy, una donna conflittuale divisa tra la voglia di libertà, assaporata grazie alla relazione amorosa con Wallis (Jay R. Ferguson), e il rapporto con la sua famiglia. La madre di Judy, Margaret, altro non è che Grace Zabriskie, l’attrice che ha interpretato Sarah Palmer in Twin Peaks. Di nuovo madre e figlia. Di nuovo Laura e Sarah.

Il Cerchio si chiude ancora una volta…magari masticando quel chewingum che andava molto di moda…

venerdì 9 settembre 2016

Cinema2day: il Cinema a soli 2 euro!

In un blog dedicato al cinema non poteva certo mancare questa notizia sicuramente gradita ai tanti cinefili: ogni secondo mercoledì del mese a partire da settembre e fino a febbraio 2017 si potrà andare al cinema pagando solo 2 euro per il biglietto.
Dunque, le giornate in cui si potrà usufruire dell’ingresso a costo ridotto sono: 14 settembre, 12 ottobre, 9 novembre, 14 dicembre 2016, 11 gennaio e 8 febbraio 2017. Segnatevi le date!

La riduzione è valida per ogni film in programmazione ai cinema e per qualunque orario, fatta eccezione per le proiezioni in 3D, per le quali è comunque prevista una tariffa agevolata che sarà comunicata in cassa.



L’iniziativa, denominata Cinema2Day, è stata promossa dal Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), in collaborazione con ANEM (Associazione Nazionale Esercenti Multiplex), ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) e ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema).


Attenzione, però! Non tutti i cinema hanno aderito all’iniziativa Cinema2Day. Per scoprire quali sono le sale cinematografiche della vostra città che proiettano a costo ridotto ogni secondo mercoledì del mese, andate sul sito http://www.cinema2day.beniculturali.it oppure clicca qui.

sabato 3 settembre 2016

Sam Mendes: studente a Venezia e “Voyeur” per lavoro

Sono qui per imparare". "Mi piace diventare studente. Per giudicare bisogna partire da uno stato vergine, bisogna isolarsi come capita sempre al regista che si trova sulla punta di una piramide e non ha nessuno con cui condividere le cose".

Parola del celebre regista Alexander Samuel Mendes, noto come Sam Mendes, che torna a Venezia in occasione della 73° edizione del Festival. Stavolta, però, come presidente della giuria che dovrà assegnare il tanto agognato Leone d’Oro. Eppure, al famoso regista britannico possono essere attribuiti diversi titoli fuorché quello di studente. Sarà, forse, perché il suo rapporto intimo con Venezia è nato quando aveva solo 18 anni che Mendes paragona se stesso a uno studente.
In una recente intervista rilasciata a laRepubblica, infatti, Mendes racconta del suo incarico al Guggenheim Museum di Venezia, durato quattro mesi e svolto quando era appena maggiorenne. Ai tempi, gli era stato assegnato il compito di controllare alcune opere di Jackson Pollock che tornavano al museo del capoluogo veneto dopo essere state esposte in una mostra a New York.

Il regista Sam Mendes
Da allora, Mendes, ne ha fatta di strada. Prima in teatro. Poi nel cinema. Dopo gli studi universitari a Cambridge si unì al Chichester Festival Theatre fino a diventare direttore teatrale alla Royal Shakespeare Company. Da ricordare, la sua direzione per "The Cherry Orchard" con Judi Dench che gli valse il Critics Circle Award come miglior esordiente.

E sempre come esordiente vide assegnare ben cinque Oscar, tra cui quelli prestigiosi di Miglior Film e Miglior regista, al suo primo lungometraggio “American Beauty” del 1999. Evento davvero raro nella storia degli Oscar.
Ad “American Beauty” seguono altri sei film di successo, sempre diretti da Mendes: Era mio padre (2002), Jarhead (2005), Revolutionary Road (2008), American Life (2009) e i due fortunati capitoli della saga di James Bond con Daniel Craig “Skyfall” (2012) e “Spectre” (2015).

Ma è il suo prossimo film ora in gestazione, tratto dal recente libro “The Voyeur’s Motel” scritto dal giornalista americano Gay Talese, a suscitare molte aspettative. Di certo non sarà semplice raccontare la storia (vera?) di un uomo che passò la vita a osservare i clienti del suo motel mentre facevano sesso attraverso un finto condotto di aerazione insonorizzato che scorreva lungo i soffitti di tutte le stanze e comunicanti da grate attraverso cui spiare i clienti. Ma gli occhi di Gerald Foos (questo il nome del voyeur titolare dell’albergo) non videro solo sesso. Inaspettato testimone di un omicidio consumato a causa di attività criminali legate allo spaccio di droga, Foos non rivelò mai alla polizia di aver assistito all’omicidio. Lo rivelò, invece, al giornalista Gay Talese, nel corso dei loro lunghi contatti epistolari e nei diversi incontri che avvennero tra i due a partire dagli anni ’80. Di tutti i racconti e rivelazioni che Foos fece negli anni, Talese ne ha fatto un libro di recentissima pubblicazione.

Illustrazione del New Yorker per l'articolo di Gay Talese
Un testo molto dibattuto e controverso. Intanto perché sono stati sollevati dubbi sulla veridicità di tutti i fatti rivelati da Foos a Talese (soprattutto quello dell’omicidio). In secondo luogo, sono state sollevate questioni etiche riguardanti la professione giornalistica. E’ eticamente corretto rivelare quanto scoperto solo dopo diversi anni dal loro accadimento, omicidio compreso? Gay Talese, che raccolse tutto il materiale da Foos in cambio del suo anonimato, non si rivolse alla polizia subito dopo aver appreso dell’omicidio, anche se il delitto era stato consumato ormai sei anni prima.
Solo adesso, a distanza di anni, Talese ha rivelato ogni cosa e solo dopo che, nel 2013, l’ormai 78enne Foos si sentì pronto a rendere pubblica la sua storia. Qual è il limite tra la segretezza della fonte, la responsabilità giornalistica e il dovere di denunciare alle autorità i crimini di cui si viene a conoscenza?

Tutto questo sarà raccontato nel prossimo film di Mendes, ma il come è tutto da vedere. Al momento, è in gestazione la sceneggiatura…

giovedì 1 settembre 2016

Sai qual è il primo film di fantascienza?

Fu proiettato proprio il 1° settembre del 1902 a Parigi ed è tuttora considerato un capolavoro del cinema. L’immagine della luna con un volto umano e con un enorme proiettile conficcato in un occhio è ancora una delle icone cult del genere fantascientifico.
Stiamo parlando del film Le Voyage dans la Lune (Viaggio nella Luna), realizzato dal geniale Georges Méliès, regista, illusionista e attore teatrale parigino.
E’ considerato, dopo i fratelli Lumière, uno dei fondatori del cinema. Ma a differenza di Antoine e Louis Lumière che erano maggiormente interessati ad imprimere la realtà sulla pellicola, Georges Méliès era affascinato dall’illusione e dai “viaggi attraverso l’impossibile”. Convinto ammiratore dell’illusionista francese Jean-Eugène Robert-Houdin, Georges Méliès ne segue le orme diventando a sua volta prestigiatore e illusionista, accentuando ancor di più rispetto al suo ispiratore l’aspetto fantastico dei suoi spettacoli.


Le Voyage dans la Lune è un film muto ispirato ai romanzi “Dalla Terra alla Luna” di Jules Verne e “I primi uomini sulla Luna” di H. G. Wells. In poco più di una dozzina di minuti (per l’epoca già una lunghezza rilevante!), si narra la vicenda di un gruppo di astronomi che pianifica e realizza un allunaggio. Sparati da un cannone all’interno di un astronave dalla forma di enorme proiettile, gli astronauti si schiantano sulla Luna, che ha un volto umano, colpendola a un occhio. Una volta a destinazione, gli astronauti vengono catturati dai seleniti, creature grottesche dalle sembianze umane che abitano il satellite, e vengono condotti dal loro Re. Gli astronauti, però, riescono a liberarsi e a fuggire facendo precipitare l’astronave verso la Terra.

Numerosi sono i primi rudimentali “effetti speciali” presenti nel cortometraggio. Dall’apparizione e sparizione di oggetti e personaggi all’umanizzazione di stelle e satelliti. A Georges Méliès si devono, infatti, i primi “trucchi” cinematografici, alcuni di origine teatrale. Tra questi ci sono, ad esempio, l’interruzione e la sostituzione: interrompendo la ripresa e riprendendola solo dopo aver spostato un oggetto o sostituendo i personaggi, si ottiene l’impressione della sparizione o apparizione di cose e attori. Un altro effetto speciale utilizzato da Georges Méliès è lo “scatto singolo” che gli permetteva di rendere animati gli oggetti inanimati facendo avanzare la pellicola fotogramma per fotogramma. Altro escamotage era l’utilizzo del mascherino. Oscurando in parte l’obiettivo, era possibile, ad ogni ripresa, impressionare la pellicola solo parzialmente, consentendo l’accostamento di più scene contemporaneamente.


Un’ultima curiosità su Georges Méliès: pare che dopo la presentazione pubblica dei primi cortometraggi dei fratelli Lumière a Parigi nel 1895, Antoine e Louis si rifiutarono di vendere a Méliès il cinematografo. Così, Méliès se ne costruì uno suo nel 1896 brevettandolo col nome di kinetografo.